Nel mondo in costante cambiamento della trasformazione digitale, spesso emergono concetti che diventano veri e propri mantra capaci di caratterizzare da soli un’intera fase evolutiva. In questo momento, uno di questi mantra è senz’altro ‘tracciabilità’. Ma che cos’è la tracciabilità, e perché sta diventando così importante? Una definizione più formale, su cui non ci soffermeremo qui, viene data nella norma ISO 9001 alla quale rimandiamo chi vuole approfondire. In generale, e con termini più semplici, potremmo definirla come l’insieme degli strumenti e dei metodi che permettono di attestare in modo verificabile la storia di un prodotto lungo un percorso che va, di solito, dall’approvvigionamento delle materie prime fino alla distribuzione all’utilizzatore finale e, in alcuni casi, lo smaltimento.

Chi di noi non ha mai letto su uno yogurt nello scaffale di un supermercato la dicitura ‘solo da latte italiano’? O un’etichetta che, su un capo di abbigliamento o un paio di scarpe, recita ‘100% Made in Italy’? Già questi due semplici esempi ci indicano due caratteristiche importanti: una è che, se la tracciabilità è – per ovvi motivi – particolarmente importante nel settore alimentare, è non di meno un fattore trasversale che interessa tutti i settori economici. L’altra è che la possibilità di poter verificare l’origine di un prodotto sta diventando sempre più importante per i consumatori.

La pressione del mercato, inteso sia come clienti business intermedi sia come consumatori finali, è quindi uno dei maggiori driver verso l’implementazione di un sistema di tracciabilità, ma non è certo l’unico. Si tratta infatti anche di un’occasione unica per compiere una riflessione e un’accurata analisi sui propri sistemi produttivi, individuando punti di forza e aree di miglioramento per attuare interventi correttivi che portino a maggiore efficienza e minori costi. Accanto alla più nota tracciabilità del ciclo di vita di un prodotto si parla spesso infatti anche di tracciabilità ‘interna’, un’attività di raccolta e gestione delle informazioni relative a ciò che viene fatto nei processi di produzione, dall’accettazione di materie prime e parti alla spedizione di prodotti. Se si verifica un problema di qualità, il produttore deve intervenire prontamente per porvi rimedio. Una risposta lenta o non efficace creerà una sensazione di sfiducia fra i consumatori o i partner aziendali, che può arrivare a mettere a rischio l’esistenza stessa dell’azienda. Inoltre, l’introduzione di leggi sempre più severe a protezione dei consumatori può determinare un incremento nei richiami di propri prodotti a seguito di problemi di qualità.

Il prerequisito è, quindi, avere una visione a 360 gradi sul patrimonio informativo dell’azienda, una visione non solo completa ma anche condivisa, che ‘segua’ l’informazione lungo il suo ciclo di vita assicurandosi che tutti gli attori del processo dispongano sempre dell’informazione esatta, completa e aggiornata. È quello che fa per esempio Collaboration Desktop ILM Framework di Parallaksis, una piattaforma collaborativa che nasce proprio dallo studio di situazioni aziendali reali e si focalizza in modo unico sulla capacità di ‘gestire il non gestito’, cioè portare all’interno di un ciclo di vita trasparente, condiviso e verificato anche i ‘pezzi’ di informazione che spesso rimangono, appunto, non gestiti, magari perché si trovano in un file non condiviso di un singolo utente, o risalivano a persone non più in azienda, o molti altri casi. Collaboration Desktop inoltre si integra facilmente con le applicazioni aziendali esistenti, rendendo molto più semplice l’implementazione di un sistema di tracciabilità, ed è completato da un’ampia gamma di moduli specifici per le diverse industry, costruiti a partire dall’esperienza di casi reali.

Maggiori informazioni su:  Collaboration Desktop ILM Framework